Dunque, secondo quanto riferito dall’Ansa alcune statue di nudi opportunamente esposte ai Musei Capitolini sono state coperte da bianchi pannelli durante la visita di Hassan Rouhani e compatrioti al seguito, questo in segno di rispetto verso la cultura e sensibilità iraniane. Sempre per rispetto non si è servito vino durante i pranzi ufficiali e si sono evitate le strette di mano. Se tanto mi dà tanto, cosa non darei per vedere le nostre rispettosissime autorità ricevere rigorosamente in perizoma i rappresentanti di una qualche tribù amazzonica… il mio godimento sarebbe immenso se tutti poi, sempre per rispetto, concludessero la visita ufficiale con una bella pipatina di quelle che mettono in contatto con lo spirito degli avi… Oh! Il Renzi in perizoma che aspira da una pipa rituale… Altamente improbabile, lo so, ma se dovessimo comprare un giorno il petrolio proprio da qualche simpatica tribù…
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Vergogna Nazionale,
Michelangelo Buonarroti,
1501-1504, marmo bianco, 410x199 cm, Galleria dell’Accademia, Firenze |
L’austero
e severo Hassan Rouhani, dal 2013 presidente dell’Iran, è in visita ufficiale
nel nostro paese, il primo tra tutti, allo scopo di allacciare proficui scambi
commerciali. L’Iran esce da un lungo embargo per via di certe questioni
nucleari con una gran voglia di stringere affari e di riaffermare il suo ruolo
di primo piano tra le potenze del Medio Oriente. Giusto, giustissimo che le
nostre massime autorità accolgano Hassan Rouhani con il massimo rispetto e le
dovute cerimonie. Qui si parla di affari per milioni di euro e non è il caso di
rattristare il presidente d’una imponente dittatura tirando in ballo i soliti
diritti civili come fanno, tutte le sante volte, quei rompiballe di Amnesty
International. Ognuno fa il suo mestiere, c’è chi rompe le balle e chi le
rappezza. Nel caso si può anche far finta di niente, e generalmente si fa così
durante le cerimonie diplomatiche, soprattutto quando ci sono di mezzo tanti
soldi. Siamo gente di mondo, sappiamo come vanno le cose.
Devo
aggiungere che pure concordando in tutto e per tutto con le rivendicazioni di
Amnesty International, non penso che velate allusioni circa la condizione di
intellettuali, donne, e omosessuali nell’ex Persia, o qualche accenno distratto
alla solerzia con cui laggiù si applica la pena di morte, gioverebbero in
qualche modo al popolo iraniano, che ha invece tutto da guadagnare da liberi
scambi commerciali con il nostro e altri paesi europei: le idee han sempre
viaggiato sugli stessi carri delle mercanzie…
Bene
dunque lasciare che la diplomazia faccia il suo lavoro, ma arrivare a coprire i
nudi dei Musei Capitolini? Bisognava proprio? Non si poteva farne a meno? Farne
a meno di sicuro sì: bastava accompagnare la delegazione iraniana dove non ci
fossero nudi, non così facile nei nostri musei ma non impossibile, si sarebbero
così evitate tante polemiche. Quanto al vino nessuno è obbligato a bere ciò che
non gradisce, basta chiedere cortesemente prima di versare. Quanto alle strette
di mano niente di grave, se ne fa a meno, pensate a chi invece, per rispetto,
doveva baciare ardentemente sulla bocca qualche politico russo nei giorni della
Guerra Fredda…
Però
coprire quei nudi è stata una pessima idea (di chi?), un gesto
imperdonabilmente irrispettoso nei confronti della cultura e sensibilità
italiane. Perché anche noi abbiamo una cultura e una sensibilità, sento di
poter dire, anche se chi ci rappresenta non lo dà a vedere o addirittura sembra
vergognarsene. Eppure l’Italia è proprio il paese che vanta la cultura e la
sensibilità per il bello che tutti ci invidiano – compresi i molti artisti
iraniani che soggiornano senza trarne piacere alcuno nelle patrie galere, ne
sono sicuro…
E ancora
una volta sono qui a chiedermi perché le nostre autorità non mostrano nessun
rispetto per valori di civiltà, libertà e democrazia che qui in Occidente
nessuno ci ha regalato ma che ci sono costati lacrime e sangue. Mostrare con
orgoglio le nostre opere d’arte, belle e nude come la Verità, in tempi in cui
altre opere d’arte, senza più nessuno a proteggerle, sono distrutte a picconate
o fatte esplodere con il tritolo, non sarebbe stato un gesto di rispetto per
ciò che merita davvero di essere rispettato, per quello che di meglio abbiamo
prodotto nei secoli? Davvero qualche statua nuda avrebbe causato gravi
incidenti diplomatici, fatto saltare per aria affari miliardari già praticamente
conclusi? No, non credo proprio. All’Italia conviene fare affari con l’Iran
tanto quanto all’Iran conviene farli con noi, e non sarebbero state di certo un
paio di marmoree pudenda a compromettere le relazioni tra i nostri due paesi. O
forse sì? Peccato che non lo sapremo mai… perché ancora una volta abbiamo
lanciato per via diplomatica il consueto, ferale messaggio prontamente
propagato e amplificato dai media: “Qui in Occidente non abbiamo più nessun
valore, nessuna dignità da difendere”.
Non
meravigliamoci se i tetri odiatori della Bellezza stanno vincendo
dappertutto. Se le
picconate stanno già arrivando.