venerdì 11 marzo 2016

Boccioni radiante



Umberto Boccioni l’ha dipinto tra il 1912 e il 1913. È un olio di grandi dimensioni (150x220 cm), meraviglioso. Un paio d’anni fa sono tornato alla Guggenheim a Venezia e inaspettatamente (non sono mai documentato a dovere, per fortuna) me lo sono trovato davanti. Occupava la parete di fondo di una sala stipata di dipinti appartenenti alla collezione di Giovanni Mattioli, collezione temporaneamente alloggiata da Peggy. L’incontro con “Materia”, titolo del dipinto, è stato folgorante. Si tratta di un ritratto della madre dell’artista, Cecilia Forlani, soggetto più volte ripreso da Boccioni nelle sue opere. Cecilia siede al centro del quadro, anzi, vi troneggia. Ma è subito evidente che a essere ritratta è non solo e non tanto la madre di Umberto. È la Madre di noi tutti. È la Materia.    


Non ho altro aggettivo per descrivere “Materia” se non che si tratta di un dipinto “radiante”. Dal quadro diffondono e ci investono linee di forza, onde di energia, vortici di colore. Tutto vibra sulla tela. Tutto è vivo, tutto freme in perenne trasmutazione. Al centro, immota, potente, siede Madre Materia. La qualità pittorica del dipinto è strabiliante. Boccioni, appena trentenne, ha già perfettamente assimilato la lezione dei cubisti parigini e li ha superati in destrezza. Magistrale la resa del volto della Madre che incorpora il proprio profilo. Ubiqua, la Madre è dappertutto. La Madre tutto vede.    


Il movimento, assente nelle vivisezioni di Braque o di Picasso, qui come in molte opere di Boccioni è l’elemento determinante, come a dire: scomponi un oggetto, liberalo dalla schiavitù di un unico punto di vista, di una singola prospettiva, e cosa ne scaturirà… il succo, l’anima dinamica, l’energia. Illuminato visionario, Boccioni ci svela il mondo che gli scienziati del suo tempo descrivevano attraverso enigmatiche equazioni (la teoria della relatività è del 1909); ci mostra con linee e colori i segreti della pervasiva entità che, senza bisogno di giustificazione alcuna, palesemente, indiscutibilmente, esiste. E cosa racchiude la greve materia al suo interno? Un turbinoso universo corpuscolare in frenetico movimento. Luce e calore che scaturiscono dalla sua intima scissione. Una miriade di particole in fregola, ebbre, impegnate a edificare danzando la nostra misteriosa realtà.  


Le grandi mani della Madre Materia riposano sul suo grembo. Sono le mani della forza: le basterebbe sciogliere l’intreccio delle poderose dita, distenderle appena perché ne scaturiscano nuovi mondi. Ma forse non serve: tutto è già stato generato e ora incessantemente, per pura inerzia, evolve. La Madre Materia, paziente, veglia sulle sue creature, compenetrata, avvolta nelle infinite sfaccettature del suo stesso corpo infinito.
E noi ammaliati la contempliamo.
Noi da lei irradiati.


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In attesa della mostra Umberto Boccioni (1882-1916). Genio e memoria”. 
Milano, Museo del Novecento-Palazzo Reale, 25 marzo-3 luglio 2016.

sabato 5 marzo 2016

Facciamocene una ragione

Amici cari, tutte le mie riflessioni sulla situazione dell’Italia e sulla possibilità che possa cambiare in meglio, gira e rigira, mi riportano sempre a quanto segue. So che può sembrare semplicistico e rozzo, ma che ci posso fare? La penso “esattamente” così… considerate solo che talvolta le cose sono più semplici di quanto pare. Chi comanda oggi in Italia? Poche balle, lui:




CULO SEDUTO

Le cose vanno bene quando c’è
un culo1 che salta se vanno male.
In Italia questo non succede mai.
Fin tanto che non succederà,
le cose non andranno mai bene.
Nota
1) Si allude qui all’inamovibile culo in poltrona di un qualsiasi “responsabile” di qualsiasi cosa, dall’ora sugli orologi pubblici – che segnano sempre quello che gli pare, alle più alte e nobili istituzioni dello Stato.