Una
lettura da consigliare? Io ce l’ho. È un saggio divulgativo alla maniera
anglosassone, dunque comprensibile a tutti o quasi per la chiarezza del
linguaggio, che dà l’opportunità di approfondire una questione colpevolmente
trascurata. Si tratta di “L’evoluzione cosmica. La storia della materia dalle
origini dell’universo a oggi”, di Hubert Reeves, astrofisico canadese che,
superata l’ottantina, si ritrova con una bella faccia antica e barbuta esattamente da astrofisico, segno evidente
che appartiene alla fortunata cerchia di chi ha saputo scegliere il lavoro più
giusto per sé. E di questo ci felicitiamo con lui.
Il saggio, come si
evince dal titolo, risponde in modo efficace a una domanda che, se non è tra le
prime che ci vengono in mente la mattina appena svegli, di sicuro ci saremo posti qualche volta, ovvero:
“Da dove viene tutta la materia?”.
“Da dove viene tutta la materia?”.
Per rispondere al
basilare quesito Hubert Reeves descrive brillantemente e rigorosamente come si
formano gli atomi, i costituenti di base o mattoni della materia, dai più leggeri e abbondanti nel cosmo ai
più pesanti e rari. E soprattutto descrive dove: dentro le stelle, meglio: dentro vari tipi di stella, perché stelle di diverso tipo ed età producono atomi diversi. E leggendo
l’appassionante descrizione di come tutto questo avvenga ci si rende conto che,
in fondo, le stelle non sono altro che fornaci cosmiche dove, regolando
opportunamente temperatura e pressione, si sforna materia a diversi gradi di
cottura.
L’immagine può sembrare eccessivamente colorita, eppure no, pagina dopo pagina ci si rende conto che è proprio così: in tutto l’universo, dentro la pancia calda delle stelle, si produce materia atomica che in seguito a immani esplosioni – in sostanza quando una stella muore – è catapultata nello spazio interstellare come polvere cosmica dalla quale infine potranno scaturire altre stelle e pianeti… Il ciclo vitale delle stelle è infatti strettamente connesso alla formazione della materia, e il combustibile impiegato per la cottura è l’elemento più abbondante in assoluto, il più leggero e semplice di tutti, un protone e un elettrone: l’idrogeno, che da solo costituisce il 90% di tutta la materia esistente, almeno di quella visibile, perché c’è anche della materia, detta oscura, che per quanto preponderante è per noi assolutamente impenetrabile… e qui mi fermo, questo e altro lo racconta molto meglio l’astrofisico canadese…
L’immagine può sembrare eccessivamente colorita, eppure no, pagina dopo pagina ci si rende conto che è proprio così: in tutto l’universo, dentro la pancia calda delle stelle, si produce materia atomica che in seguito a immani esplosioni – in sostanza quando una stella muore – è catapultata nello spazio interstellare come polvere cosmica dalla quale infine potranno scaturire altre stelle e pianeti… Il ciclo vitale delle stelle è infatti strettamente connesso alla formazione della materia, e il combustibile impiegato per la cottura è l’elemento più abbondante in assoluto, il più leggero e semplice di tutti, un protone e un elettrone: l’idrogeno, che da solo costituisce il 90% di tutta la materia esistente, almeno di quella visibile, perché c’è anche della materia, detta oscura, che per quanto preponderante è per noi assolutamente impenetrabile… e qui mi fermo, questo e altro lo racconta molto meglio l’astrofisico canadese…
Una sola
raccomandazione. Potrebbe affacciarsi qua e là durante la lettura, mentre via
via si comincia a comprendere come funziona il PCPT (Programma Cosmico di Produzione
del Tutto), potrebbe affacciarsi qualche pernicioso: “Perché?”; potremmo chiederci: “Perché è così e
non cosà?”, “Perché c’è quel che c’è?” e così via… Ecco, meglio evitare. Hubert
Reeves, da scienziato, ovviamente non risponde a simili domande, c’è ancora
tanto da capire sul come prima di
passare al perché; inoltre sui perché
dell’universo è a disposizione una letteratura filosofico-religioso-sapienziale
talmente sterminata da rendere superflua qualsiasi aggiunta. Per quanto mi
riguarda evito volentieri il salto dal fisico al metafisico, si rischiano
brutte fratture logiche, però una considerazione un po’ trascendente, stimolata
proprio dalla lettura di questo libro, è possibile: sull’immortalità
dell’anima si potrà anche discutere, ma sull’immortalità della materia no. Siamo
fatti di materia stellare cucinata stramiliardi di anni fa dentro stelle
stralontane che continuerà a esistere per altri stramiliardi di anni dopo la
nostra scomparsa: niente muore nel magico mondo della materia, varia solo lo
stato di aggregazione: prima di noi i nostri atomi erano variamente dispersi o
aggregati nello spazio, poi si sono combinati, bontà loro, per fare noi, e dopo
di noi continueranno a disperdersi e ricombinarsi nello spazio per formare
qualsiasi cosa gli capiterà di formare…
Vorrei sottolineare in conclusione anche il potere terapeutico, da
non trascurare, di questo libro fondamentale che personalmente tendo a
rileggere nei momenti difficili della vita (chi non ne ha?): quei
momenti odiosi in cui c’è sempre qualcuno che ci invita a “guardarci dentro”
perché “le risposte sono dentro di noi”, per “conoscerci meglio”, per “non
sfuggire alle nostre responsabilità” e via con le più laceranti
introspezioni...
Io invece a chi attraversa un momento di crisi consiglio proprio di leggere “L’evoluzione cosmica” di Hubert Reeves (è nella collana Supersaggi della BUR, spero si trovi ancora facilmente), consiglio di volgere lo sguardo oltre l’angusto giardino delle nostre personali miserie, di alzarlo verso il cielo e farlo spaziare, farlo passeggiare tra le galassie, farlo curiosare dentro le stelle dove s’è fabbricato e si continua a fabbricare il Tutto… e allora vedrete come il nostro misero “dentro” si ridimensionerà nel confronto con l’illimitato “fuori”. Potrà essere che un dolce smarrimento accompagni l’inevitabile percezione di quanto siamo effimeri, e quanto marginali e superflui e perfettamente trascurabili, smarrimento che sarà in parte attenuato, per fortuna, dall’intimo orgoglio di saperci almeno immortali nei nostri costituenti di base, nei nostri atomi, gli stessi delle stelle, gli stessi di tutto... Che pace, che gioia…
Io invece a chi attraversa un momento di crisi consiglio proprio di leggere “L’evoluzione cosmica” di Hubert Reeves (è nella collana Supersaggi della BUR, spero si trovi ancora facilmente), consiglio di volgere lo sguardo oltre l’angusto giardino delle nostre personali miserie, di alzarlo verso il cielo e farlo spaziare, farlo passeggiare tra le galassie, farlo curiosare dentro le stelle dove s’è fabbricato e si continua a fabbricare il Tutto… e allora vedrete come il nostro misero “dentro” si ridimensionerà nel confronto con l’illimitato “fuori”. Potrà essere che un dolce smarrimento accompagni l’inevitabile percezione di quanto siamo effimeri, e quanto marginali e superflui e perfettamente trascurabili, smarrimento che sarà in parte attenuato, per fortuna, dall’intimo orgoglio di saperci almeno immortali nei nostri costituenti di base, nei nostri atomi, gli stessi delle stelle, gli stessi di tutto... Che pace, che gioia…
Buona
lettura.
Nel caso vi fosse sfuggito…
Sly and the Family Stone, Everybody is a Star, 1969