Il Mare Mediterraneo: tracciato
nei secoli dalle rotte di Fenici e di Greci d’una Grecia che fu Magna (bei
tempi…), di Romani che lo consideravano nostrum
e di riottose Repubbliche marinare, che custodisce in salamoia splendidi
manufatti di trascorse civiltà e che negli anni Settanta del secolo scorso ha
restituito due bronzi che a molti sembrarono divini… bene, il Mare Mediterraneo
oggi, nel breve tratto che separa la Sicilia dal Nordafrica, ci restituisce
l’orrore di corpi rigonfi e sfatti, greggi di cadaveri galleggianti; con
spaventosa frequenza, questo meraviglioso mare, tessuto connettivo di genti e
culture di tre continenti, è oggi degradato dalla cronaca a Fossa Comune.
Come si sforza di
ricordarci la Storia, il Mediterraneo tra le tante cose è sempre stato anche tomba:
quanti soldati ha inghiottito durante feroci tenzoni di flotte? quanti
equipaggi mercantili malauguratamente naufragati? Guerre e traffici han sempre
scorrazzato per mare come per terra. Oggi però a morire in comitiva sono i
cosiddetti Migranti, che a seconda che fuggano da guerra o miseria possono
essere politici o economici: autorizzati i primi a
chiedere asilo, non i secondi: disgraziati tra i disgraziati in cerca di
sopravvivenza e riscatto. Pur di raggiungere le rive di Lampedusa-Europa-Eldorado
i migranti sono disposti a farsi oltraggiare da spietati fratelli africani che
li stuprano e commerciano come schiavi, che li intruppano su pericolanti barconi
dopo averli depredati fino all’ultimo dollaro e che non esitano a scaricarli in
mare se intercettati perché, nota bene, dopo che il pedaggio è stato pagato la
vita di un migrante non conta niente, non vale più niente per nessuno.
L’orrore che ci procura
il conteggio delle vittime dell’ultimo naufragio – settanta, centotrenta,
trecentoventisette, ottocentosettantuno… uomini, donne, bambini… – è certo dovuto
alla loro morte, che un po’ di orrore lo fa sempre, ma anche, e forse
soprattutto, dalla constatazione che la vita, come nel loro caso, può non valere
niente. Questo per noi è particolarmente duro da digerire. L’invenzione dell’Individuo
da parte dell’Occidente è stata gravida di conseguenze, tra tutte quella di fare
della vita di ciascun individuo, a partire dalla nostra, un bene sommo. Qui
nell’Eldorado siamo così abituati a pensare che la vita sia il nostro bene più
prezioso che tendiamo a farne un valore universale. Ma così non è né lo è mai
stato. Non in Oriente di sicuro, dove l’individuo era presto diluito e infine dissolto
in masse sterminate, dove la collettività l’ha sempre fatta da padrona a
scapito del singolo. Sono tante ancora oggi nel vasto mondo extraoccidentale le
società dove la collettività, o se non altro la famiglia, la vince alla grande
sul singolo e i suoi eventuali diritti, primo tra tutti quello di vivere una
propria vita. Quello che per noi è un sommo valore altrove non conta né ha mai
contato un bel niente.
Lo stesso vale anche per
l’lnfanzia, altra invenzione piuttosto recente dell’Occidente, a sua volta non
riconosciuta ovunque. Del resto, che valore può avere l’infanzia dove i bambini
muoiono come mosche di fame o malattia prima d’aver festeggiato un compleanno?
La vita terrena, per infanti o adulti, facciamocene una ragione, non è affatto
un valore universale. Ci piace pensarlo, dichiariamo addirittura che la vita di
un sol uomo vale più di qualunque cosa, ma si tratta di un pensierino politically correct, nient’altro. E grazie
ad alcune tragedie in corso abbiamo appurato, purtroppo, che per molti
combattenti dei nostri giorni la vita può essere tranquillamente sacrificata –
talvolta esplosa – in nome di qualche ideale. E abbiamo potuto appurare altresì
che non c’è niente di più terrificante d’un nemico che, a differenza nostra,
non ha nessuna paura di morire…
Individuo, diritti
civili, valore della vita, tutto affonda nel Mare Mediterraneo insieme con i
migranti che non ce l’hanno fatta. Condannate dalla storia o dalla geografia,
tante vite vanno a fondo senza che in Europa, per tacere del resto, importi davvero
a qualcuno: gli scampati creano problemi, non i sommersi. Sì, la Chiesa da Roma
strilla “La vita è sacra! La vita è sacra!”, ma proprio le diverse Chiese sono
spesso la causa scatenante o altrettanto spesso il comodo pretesto di ogni
conflitto mortifero…
Già… l’indifferenza
dell’Europa… Ma ha forse esitato l’Europa a far fuori Gheddafi il dittatore quando
le è parso il momento? Dittatore che si era attendato a Roma, non molto tempo
prima, ricevendo diplomatici omaggi, riverenze e baciamano da qualsiasi
autorità si trovasse nei paraggi… Ora questa stessa Europa, dopo che ha messo a
ferro e fuoco uno Stato sovrano e in breve annientato il colonnello che lo
governava da quarantadue anni, proprio quest’Europa dichiara di non poter fare
nulla per sgominare un drappello di scafisti! Non ci posso né voglio credere. Non
tentate neanche di spiegarmi perché mai la genia degli scafisti-schiavisti non poteva
essere fatta fuori, con il beneplacito dell’Onu o senza, già dopo il primo attraversamento. È una cosa che mi fa
una gran rabbia e che, probabilmente, ha a che fare con il fatto che la vita di
un migrante, nonostante la retorica con cui amiamo sciacquarci la bocca, vale poco
o niente. E questo deprezza la vita di noi tutti, è bene saperlo.
E mi spiace se la verità fa schifo.
gentile sig.Crespi, già tempo fa, per gentile interessamento di Ale ed Ewa ho letto alcuni suoi scritti e li ho molto apprezzati. Oggi, ospite in terra polacca delle mie amiche, ho letto il suo "mare mostrum". E' qualcosa che chiunque ha testa e cuore dovrebbe pensare, dire, urlare...E poi tramutare in atti concreti. Ma bisogna essere in tanti.
RispondiEliminaSiamo in pochi, caro amico. Oppure solo qualcuno di più a parlare e basta.
Me compresa, che ho una assai avanzata età e a qualche battaglia ho preso pur parte, ma ora si riposa.
Cordialmente Antonella Rossetti
gentile antonella, con questo blog lancio di tanto in tanto qualche sasso... cerchi concentrici sondano la rete alla ricerca di spiriti affini... spero sempre più numerosi... oggi sono felice di averla incontrata - anche se solo virtualmente, e la ringrazio dell'attenzione con l'aggiunta di un abbraccio.
Eliminapier
Qualcuno ha detto che i migranti andrebbero chiamati Rifugiati, e mi trova d'accordo. Così come in altre epoche i siciliani erano costretti a migrare negli Stati Uniti e i veneti in Lombardia, tanto per fare un esempio, queste persone sono costrette a cambiare paese. Non c'è scelta. E questo fa una profonda differenza. La loro anima rimane là...
RispondiElimina