martedì 11 agosto 2015

Mare Mostrum

Il Mare Mediterraneo: tracciato nei secoli dalle rotte di Fenici e di Greci d’una Grecia che fu Magna (bei tempi…), di Romani che lo consideravano nostrum e di riottose Repubbliche marinare, che custodisce in salamoia splendidi manufatti di trascorse civiltà e che negli anni Settanta del secolo scorso ha restituito due bronzi che a molti sembrarono divini… bene, il Mare Mediterraneo oggi, nel breve tratto che separa la Sicilia dal Nordafrica, ci restituisce l’orrore di corpi rigonfi e sfatti, greggi di cadaveri galleggianti; con spaventosa frequenza, questo meraviglioso mare, tessuto connettivo di genti e culture di tre continenti, è oggi degradato dalla cronaca a Fossa Comune.

Come si sforza di ricordarci la Storia, il Mediterraneo tra le tante cose è sempre stato anche tomba: quanti soldati ha inghiottito durante feroci tenzoni di flotte? quanti equipaggi mercantili malauguratamente naufragati? Guerre e traffici han sempre scorrazzato per mare come per terra. Oggi però a morire in comitiva sono i cosiddetti Migranti, che a seconda che fuggano da guerra o miseria possono essere politici o economici: autorizzati i primi a chiedere asilo, non i secondi: disgraziati tra i disgraziati in cerca di sopravvivenza e riscatto. Pur di raggiungere le rive di Lampedusa-Europa-Eldorado i migranti sono disposti a farsi oltraggiare da spietati fratelli africani che li stuprano e commerciano come schiavi, che li intruppano su pericolanti barconi dopo averli depredati fino all’ultimo dollaro e che non esitano a scaricarli in mare se intercettati perché, nota bene, dopo che il pedaggio è stato pagato la vita di un migrante non conta niente, non vale più niente per nessuno.

L’orrore che ci procura il conteggio delle vittime dell’ultimo naufragio – settanta, centotrenta, trecentoventisette, ottocentosettantuno… uomini, donne, bambini… – è certo dovuto alla loro morte, che un po’ di orrore lo fa sempre, ma anche, e forse soprattutto, dalla constatazione che la vita, come nel loro caso, può non valere niente. Questo per noi è particolarmente duro da digerire. L’invenzione dell’Individuo da parte dell’Occidente è stata gravida di conseguenze, tra tutte quella di fare della vita di ciascun individuo, a partire dalla nostra, un bene sommo. Qui nell’Eldorado siamo così abituati a pensare che la vita sia il nostro bene più prezioso che tendiamo a farne un valore universale. Ma così non è né lo è mai stato. Non in Oriente di sicuro, dove l’individuo era presto diluito e infine dissolto in masse sterminate, dove la collettività l’ha sempre fatta da padrona a scapito del singolo. Sono tante ancora oggi nel vasto mondo extraoccidentale le società dove la collettività, o se non altro la famiglia, la vince alla grande sul singolo e i suoi eventuali diritti, primo tra tutti quello di vivere una propria vita. Quello che per noi è un sommo valore altrove non conta né ha mai contato un bel niente.

Lo stesso vale anche per l’lnfanzia, altra invenzione piuttosto recente dell’Occidente, a sua volta non riconosciuta ovunque. Del resto, che valore può avere l’infanzia dove i bambini muoiono come mosche di fame o malattia prima d’aver festeggiato un compleanno? La vita terrena, per infanti o adulti, facciamocene una ragione, non è affatto un valore universale. Ci piace pensarlo, dichiariamo addirittura che la vita di un sol uomo vale più di qualunque cosa, ma si tratta di un pensierino politically correct, nient’altro. E grazie ad alcune tragedie in corso abbiamo appurato, purtroppo, che per molti combattenti dei nostri giorni la vita può essere tranquillamente sacrificata – talvolta esplosa – in nome di qualche ideale. E abbiamo potuto appurare altresì che non c’è niente di più terrificante d’un nemico che, a differenza nostra, non ha nessuna paura di morire…

Individuo, diritti civili, valore della vita, tutto affonda nel Mare Mediterraneo insieme con i migranti che non ce l’hanno fatta. Condannate dalla storia o dalla geografia, tante vite vanno a fondo senza che in Europa, per tacere del resto, importi davvero a qualcuno: gli scampati creano problemi, non i sommersi. Sì, la Chiesa da Roma strilla “La vita è sacra! La vita è sacra!”, ma proprio le diverse Chiese sono spesso la causa scatenante o altrettanto spesso il comodo pretesto di ogni conflitto mortifero…

Già… l’indifferenza dell’Europa… Ma ha forse esitato l’Europa a far fuori Gheddafi il dittatore quando le è parso il momento? Dittatore che si era attendato a Roma, non molto tempo prima, ricevendo diplomatici omaggi, riverenze e baciamano da qualsiasi autorità si trovasse nei paraggi… Ora questa stessa Europa, dopo che ha messo a ferro e fuoco uno Stato sovrano e in breve annientato il colonnello che lo governava da quarantadue anni, proprio quest’Europa dichiara di non poter fare nulla per sgominare un drappello di scafisti! Non ci posso né voglio credere. Non tentate neanche di spiegarmi perché mai la genia degli scafisti-schiavisti non poteva essere fatta fuori, con il beneplacito dell’Onu o senza, già dopo il primo attraversamento. È una cosa che mi fa una gran rabbia e che, probabilmente, ha a che fare con il fatto che la vita di un migrante, nonostante la retorica con cui amiamo sciacquarci la bocca, vale poco o niente. E questo deprezza la vita di noi tutti, è bene saperlo.
E mi spiace se la verità fa schifo.



3 commenti:

  1. gentile sig.Crespi, già tempo fa, per gentile interessamento di Ale ed Ewa ho letto alcuni suoi scritti e li ho molto apprezzati. Oggi, ospite in terra polacca delle mie amiche, ho letto il suo "mare mostrum". E' qualcosa che chiunque ha testa e cuore dovrebbe pensare, dire, urlare...E poi tramutare in atti concreti. Ma bisogna essere in tanti.
    Siamo in pochi, caro amico. Oppure solo qualcuno di più a parlare e basta.
    Me compresa, che ho una assai avanzata età e a qualche battaglia ho preso pur parte, ma ora si riposa.
    Cordialmente Antonella Rossetti

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    1. gentile antonella, con questo blog lancio di tanto in tanto qualche sasso... cerchi concentrici sondano la rete alla ricerca di spiriti affini... spero sempre più numerosi... oggi sono felice di averla incontrata - anche se solo virtualmente, e la ringrazio dell'attenzione con l'aggiunta di un abbraccio.
      pier

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  2. Qualcuno ha detto che i migranti andrebbero chiamati Rifugiati, e mi trova d'accordo. Così come in altre epoche i siciliani erano costretti a migrare negli Stati Uniti e i veneti in Lombardia, tanto per fare un esempio, queste persone sono costrette a cambiare paese. Non c'è scelta. E questo fa una profonda differenza. La loro anima rimane là...

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