domenica 13 settembre 2015

I siriani si sono presi il meglio

Siamo in piena “emergenza migranti” e lo siamo perché ora la faccenda riguarda l’Europa e non più solo l’Italia. Si sente inoltre ripetere da più parti che la Merkel, ovvero la Germania, si è pigliata il meglio in fatto di migranti, ovvero i siriani, i più laici e istruiti oltre che rifugiati di guerra a pieno titolo. Ma sarà proprio vero che sono il meglio? Saranno così facili da gestire e integrare? Mah, vedremo… Per intanto è sicuro che i siriani si sono presi il meglio, ovvero i tedeschi, ovvero un popolo serio. Non so voi, ma tutte le volte che sono stato in Germania è stato come passare dall’adolescenza all’età adulta…

Vediamo: che cosa trovano i migranti che ce la fanno a sbarcare da noi? Dapprima tanti italiani di buona volontà, tanta brava gente con il cuore in mano che li salva dalle acque, li ospita e cerca di fare per loro tutto quello che può e anche di più. Questo lo sappiamo e ci fa onore. Ma poi, passata la fase eroica, poi che cosa succede? Ahia… passata la fase eroica i migranti devono fare i conti con la nostra invalicabile Burocrazia, altro che il Mediterraneo… Si dovrebbe infatti provvedere celermente alla loro identificazione come concordato a livello comunitario, ma nei centri di prima accoglienza il migrante scopre che deve aspettare in media 14 mesi (14 mesi!) affinché l’operazione di riconoscimento sia espletata e lo status di rifugiato politico sia concesso o meno. Per fortuna i reclusi esasperati scoprono di lì a poco che possono svignarsela con il silenzio-assenso chi dovrebbe custodirli...

Ora, se comitive di migranti, nel frattempo diventati clandestini, scorrazzano liberamente su e giù per il Belpaese come lamentano i leghisti, non è perché amano vagare senza meta come Baudelaire per le vie di Parigi, ma perché noi non siamo stati in grado di mettere in pratica regole ufficialmente sottoscritte a Dublino (senza che, fino ad ora, di tutto questo all’Europa sia mai importato un fico secco). E se spossati migranti dormono in baracche di legno e cartone tirate su alla bell’e meglio dopo che han passato l’intera giornata raccogliendo per una miseria pomodori nel casertano o, a piacere, uva nell’astigiano, non è perché amano la vita del campeggiatore, no, ma perché a questo sono costretti da feroci caporali – italiani o loro compaesani integrati – per sopravvivere.

Non è esatto dire che “i migranti da noi fanno quello che vogliono”, sarebbe più giusto dire che “i migranti in Italia fanno quello che gli Italiani permettono loro di fare”: più giusto e più vero perché i migranti non sono certo nella posizione di chi può dettare le regole. Ultima ruota del carro, volenti o nolenti, devono adattarsi ai nostri usi e costumi. Dunque, quando tutto va bene, dagli italiani sono ignorati o tollerati, ma può capitare, eccome!, che siano anche variamente sfruttati… Stando alle cronache, non sono mica pochi i nostri connazionali che con impegno e fantasia han saputo trasformare l’assistenza in business. Il genio italico non dà scampo…

Non stupisca se mi trovo spesso d’accordo con quanto denuncia la Lega in materia d’immigrazione: la situazione fa parecchio schifo, non c’è che dire. Solo che la Lega se la prende con quelli sbagliati, con i più deboli, quelli che contano come il due di picche: e questa è una cosa ripugnante. Non se la prendono i leghisti, o non abbastanza, con chi per esempio è pagato per tutelare la legalità e se ne frega, o con chi dovrebbe concordare regole comunitarie eque e ragionevoli e non è in grado di farlo, o con i farabutti che costringono i migranti a condizioni di lavoro che neanche nei romanzi di Dickens… o con chi li stipa in massa dentro un monolocale facendosi pagare a caro prezzo e in nero… No! Si preferisce fare la voce grossa con il più debole, con il disgraziato di turno, con chi la situazione non la determina ma la subisce… con chi non vota.

I migranti, senza che lo desiderino, hanno purtroppo il brutto torto di sbatterci in faccia quelle che sono le nostre carenze organizzative, le nostre storture burocratiche, i nostri inaccettabili livelli di corruzione, la nostra assenza totale di controllo del territorio e la nostra assoluta incapacità di tutelarlo. Capisco il fastidio che possono procurare…

Li potremmo considerare un’occasione di riscatto, un propizio pretesto per migliorare la qualità della nostra convivenza, sarebbe un bene per noi e per loro. E invece no, sono diventati il perfetto capro espiatorio per tutte le nostre italianissime magagne, l’oggetto concupito di ogni gara allo scaricabarile, l’ideale pretesto per deprimenti guerre tra poveri. E si badi bene, non intendo qui santificare i migranti che di sicuro tutti santi non sono: chi delinque, qualunque sia l’etnia o lo status, che ne risponda penalmente (fingo qui, per brevità, che Giustizia soggiorni in Italia almeno qualche mese all’anno). Ma sta comunque a noi – noi maggioranza santa, poetante e navigatrice – sta a noi comunicare con chiarezza al nuovo arrivato quali sono i nostri valori e le nostre regole e imporre che si rispettino. Già, a proposito, quali sono?

Ai siriani va solo bene se finiscono in Germania. Son contento per loro.



Il 30 agosto scorso si è appreso della distruzione del tempio di Bel, eretto
 nel I secolo d.C. nell'antica città di Palmira, ora siriana e preda della furia jihadista.
La povera Palmira non può nemmeno migrare.




2 commenti:

  1. Anche io sono stata migrante. Nel 1991 ho lasciato il mio Paese per ben 24 anni (Polonia) e quasi per caso sono arrivata in Italia. Non ero una rifugiata politica né di guerra e la mia cultura di origine era ed è molto vicina a quella italiana. Ma anche io ho dovuto fare i conti con la burocrazia, il fatiscente sistema di integrazione, la quasi inesistente assistenza da parte delle strutture statali. Ho dovuto principalmente contare su me stessa e su quegli italiani dal cuore d’oro di cui tu parli, che sono diventati gli amici di sempre. Mi sembra che la situazione non sia granché cambiata.
    Certo, io da Polacca all’epoca non ho pensato nemmeno per un secondo di migrare in Germania…. Ma se dovessi farlo oggi? Chissà…..

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  2. tanti anni fa ho vissuto per qualche tempo a parigi e a un certo punto ho deciso di rientrare in italia. anche se parigi mi piaceva parecchio non mi sono mai pentito di essere tornato. da qualche tempo però mi capita di ripensarci... chissà se adesso tornerei o sarei migrante da qualche parte anch'io...

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