Siamo in piena
“emergenza migranti” e lo siamo perché ora la faccenda riguarda l’Europa e non
più solo l’Italia. Si sente inoltre ripetere da più parti che la Merkel, ovvero la
Germania, si è pigliata il meglio in fatto di migranti, ovvero i siriani, i più
laici e istruiti oltre che rifugiati di
guerra a pieno titolo. Ma sarà proprio vero che sono il meglio? Saranno così
facili da gestire e integrare? Mah, vedremo… Per intanto è sicuro che i
siriani si sono presi il meglio, ovvero i tedeschi, ovvero un
popolo serio. Non so voi, ma tutte le volte che sono stato in Germania è stato
come passare dall’adolescenza all’età adulta…
Vediamo:
che cosa trovano i migranti che ce la fanno a sbarcare da noi? Dapprima tanti
italiani di buona volontà, tanta brava gente con il cuore in mano che li salva
dalle acque, li ospita e cerca di fare per loro tutto quello che può e anche di
più. Questo lo sappiamo e ci fa onore. Ma poi, passata la fase eroica, poi che
cosa succede? Ahia… passata la fase eroica i migranti devono
fare i conti con la nostra invalicabile Burocrazia, altro che il Mediterraneo…
Si dovrebbe infatti provvedere celermente alla loro identificazione come concordato
a livello comunitario, ma nei centri di prima accoglienza il migrante scopre
che deve aspettare in media 14 mesi (14 mesi!) affinché l’operazione di riconoscimento
sia espletata e lo status di rifugiato politico sia concesso o meno. Per
fortuna i reclusi esasperati scoprono di lì a poco che possono svignarsela con il
silenzio-assenso chi dovrebbe custodirli...
Ora, se comitive di migranti,
nel frattempo diventati clandestini, scorrazzano liberamente su e giù per il
Belpaese come lamentano i leghisti, non è perché amano vagare senza meta come Baudelaire per le vie di Parigi, ma perché noi non siamo stati in grado di
mettere in pratica regole ufficialmente sottoscritte a Dublino (senza che, fino
ad ora, di tutto questo all’Europa sia mai importato un fico secco). E se spossati migranti dormono in baracche di legno e cartone tirate su alla bell’e meglio dopo
che han passato l’intera giornata raccogliendo per una miseria pomodori nel
casertano o, a piacere, uva nell’astigiano, non è perché amano la vita del
campeggiatore, no, ma perché a questo sono costretti da feroci caporali –
italiani o loro compaesani integrati
– per sopravvivere.
Non è esatto dire che “i
migranti da noi fanno quello che vogliono”, sarebbe più giusto dire che “i
migranti in Italia fanno quello che gli Italiani permettono loro di fare”: più
giusto e più vero perché i migranti non sono certo nella posizione di chi può
dettare le regole. Ultima ruota del carro, volenti o nolenti, devono adattarsi ai
nostri usi e costumi. Dunque, quando tutto va bene, dagli italiani sono ignorati
o tollerati, ma può capitare, eccome!, che siano anche variamente sfruttati… Stando
alle cronache, non sono mica pochi i nostri connazionali che con impegno e fantasia
han saputo trasformare l’assistenza in business. Il genio italico non dà
scampo…
Non stupisca se mi trovo
spesso d’accordo con quanto denuncia la Lega in materia d’immigrazione: la
situazione fa parecchio schifo, non c’è che dire. Solo che la Lega se la prende
con quelli sbagliati, con i più deboli, quelli che contano come il due di
picche: e questa è una cosa ripugnante. Non se la prendono i leghisti, o non
abbastanza, con chi per esempio è pagato per tutelare la legalità e se ne
frega, o con chi dovrebbe concordare regole comunitarie eque e ragionevoli e
non è in grado di farlo, o con i farabutti che costringono i migranti a
condizioni di lavoro che neanche nei romanzi di Dickens… o con chi li stipa in massa
dentro un monolocale facendosi pagare a caro prezzo e in nero… No! Si preferisce
fare la voce grossa con il più debole, con il disgraziato di turno, con chi la
situazione non la determina ma la subisce… con chi non vota.
I migranti, senza che lo
desiderino, hanno purtroppo il brutto torto di sbatterci in faccia quelle che
sono le nostre carenze organizzative,
le nostre storture burocratiche, i nostri inaccettabili livelli di
corruzione, la nostra assenza totale
di controllo del territorio e la nostra
assoluta incapacità di tutelarlo. Capisco il fastidio che possono procurare…
Li potremmo considerare
un’occasione di riscatto, un propizio pretesto per migliorare la qualità della
nostra convivenza, sarebbe un bene per noi e per loro. E invece no, sono
diventati il perfetto capro espiatorio per tutte le nostre italianissime magagne,
l’oggetto concupito di ogni gara allo scaricabarile, l’ideale pretesto per
deprimenti guerre tra poveri. E si badi bene, non intendo qui santificare i
migranti che di sicuro tutti santi non sono: chi delinque, qualunque sia
l’etnia o lo status, che ne risponda penalmente (fingo qui, per brevità, che
Giustizia soggiorni in Italia almeno qualche mese all’anno). Ma sta comunque a
noi – noi maggioranza santa, poetante e navigatrice – sta a noi comunicare con
chiarezza al nuovo arrivato quali sono i nostri valori e le nostre regole e imporre
che si rispettino. Già, a proposito, quali sono?
Anche io sono stata migrante. Nel 1991 ho lasciato il mio Paese per ben 24 anni (Polonia) e quasi per caso sono arrivata in Italia. Non ero una rifugiata politica né di guerra e la mia cultura di origine era ed è molto vicina a quella italiana. Ma anche io ho dovuto fare i conti con la burocrazia, il fatiscente sistema di integrazione, la quasi inesistente assistenza da parte delle strutture statali. Ho dovuto principalmente contare su me stessa e su quegli italiani dal cuore d’oro di cui tu parli, che sono diventati gli amici di sempre. Mi sembra che la situazione non sia granché cambiata.
RispondiEliminaCerto, io da Polacca all’epoca non ho pensato nemmeno per un secondo di migrare in Germania…. Ma se dovessi farlo oggi? Chissà…..
tanti anni fa ho vissuto per qualche tempo a parigi e a un certo punto ho deciso di rientrare in italia. anche se parigi mi piaceva parecchio non mi sono mai pentito di essere tornato. da qualche tempo però mi capita di ripensarci... chissà se adesso tornerei o sarei migrante da qualche parte anch'io...
RispondiElimina