La
scuola è un tema caldo da parecchi mesi e non accenna a raffreddarsi. Il sagace
presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana (già noto come
Matteo Renzi) ha ingaggiato un appassionato testa a testa con gli insegnanti
della Scuola Pubblica Italiana (già nota come Disastro) che paiono
fermissimamente non gradire La Buona Scuola, recente progetto di riforma della
vetusta istituzione che invece il Renzi sembra appetire assai. Ora che il
progetto è passato al Senato tra le veementi proteste delle opposizioni, è
cronaca recentissima, non resta che stare a vedere…
Io
qui non voglio prendere le parti dell’uno o degli altri, leggerei più volentieri le Confessioni di Sant’Agostino in
cirillico. No, preferisco limitarmi ad alcune osservazioni.
La
prima, che mi pare piuttosto curiosa (se non ironica), è che la frattura tra
famiglie e scuola si è fatta più profonda con l’ingresso dei genitori nelle
istituzioni scolastiche in ossequio a una delle poche riforme andate in porto
nel 1974, quando si pensò che la partecipazione dei genitori al governo della scuola
rappresentasse un progresso in termini di democrazia e potesse contrastare
eventuali tendenze alla burocratizzazione e all’autoreferenzialità
dell’istituzione. Risultato: prima i genitori sostenevano senza ammettere
repliche e con qualche sganassone il lavoro di maestri e professori, ora
sostengono senza battere ciglio i comportamenti più assurdi, quando non
delinquenziali, dei propri figli.
Ditemi,
che cosa diavolo sarà successo? Io non azzardo ipotesi…
Quello
che mi auguro – e chissà se La Buona Scuola contribuirà a questo – è che questa frattura in qualche modo si ricomponga; vorrei che insegnanti e
genitori finalmente cooperassero per realizzare un mio sogno: una scuola che
sforni qualcosa di simile a dei “cittadini”. Sarebbe così bello incontrarne
qualcuno in giro, per le strade e nelle piazze d’Italia, sulle sue colline,
lungo le martoriate coste… Sopperire a questa evidente carenza nazionale sarebbe davvero
cosa buona e giusta.
Legata a questo è anche
la seconda osservazione che desidero fare. Mi sembra sbagliato delegare
totalmente l’educazione dei propri figli alla scuola, soprattutto da parte di
quei genitori che della scuola lamentano in continuazione le gravissime carenze (pare siano parecchi…). O genitori, se siete
convinti che ci siano cose importanti da conoscere, cose che considerate
fondamentali per una buona formazione, o genitori insegnate, insegnate pure
queste cose ai vostri figli, non fate i timidi… Perché aspettare che lo studio
della Costituzione nell’ora di Educazione Civica torni a essere materia di
insegnamento? Sembra improbabile al momento… Pensateci voi, o genitori, se desiderate allevare cittadini modello – perché certamente questo è il vostro desiderio, regalate voi una
copia della Costituzione al pargolo. Forse che la musica vi appassiona? Non aspettate che
nella Scuola Pubblica si insegni sul serio a suonare qualche strumento e a cantare in
coro, anche se sarebbe auspicabile, se vi piace fatelo pure voi. E abbiate il coraggio delle vostre passioni: Bach o Jimi
Hendrix? Vanno benissimo tutt’e due. Vi piace il cinema russo? Il salto con l'asta? L'astronomia?...
Con questo non sto dicendo che i genitori devono sostituire i professori per rimediare alle evidenti magagne della scuola. Questo non è necessario né potrà mai essere. Voglio dire che il ruolo di educatori per forza di cose è, o dovrebbe essere, sempre ripartito tra famiglie e scuole, tra genitori e insegnanti, e dunque è auspicabile che ci sia almeno accordo tra le parti, se non "sinergia", parola abusata ma una volta tanto appropriata. Altrimenti molto meglio che ognuno stia a casa sua.
E andando oltre genitori e insegnanti, se non sbaglio è stato Mark
Twain a dichiarare che la nostra educazione è una cosa troppo importante e
delicata perché la si affidi completamente agli altri. Concordo in pieno, caro Mark. Per
quanto mi riguarda ho cercato di cavarmela come ho potuto, e ripensandoci devo
riconoscere che le letture (internet non c’era, solo carta) che più mi hanno segnato e nel bene o nel male “formato”, non figuravano in nessun
programma scolastico… me le sono cercate da me e a fornirmele ci han pensato di volta in volta Curiosità
e Caso… ed è bene che sia stato così.
E devo essere stato anche fortunato. Forse senza che lo volessero
deliberatamente, ho avuto genitori e insegnanti che mi hanno inculcato il
desiderio di essere libero.
Grazie.
Che bella la pittura del Primo Novecento italiano, che squisito pittore Felice Casorati. "Gli scolari" è stato dipinto tra il 1927 e il 1928.