Jared Diamond dalle
pagine della Stampa lancia un monito: “Ragazzi svegliatevi o il nostro mondo sparirà
entro il 2050”, titolo dell’intervista rilasciata in occasione della
riscrittura per i più giovani del suo libro “Il terzo scimpanzé”, dove il
terzo scimpanzé siamo noi.
Di Diamond ho letto, giusto un anno fa, “Armi, acciaio e malattie. Breve
storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, saggio che mi è piaciuto molto
e che ho consigliato praticamente a chiunque mi transitasse vicino. Testo davvero
apprezzabile sotto molti punti di vista. Intanto perché spazza via qualsiasi
ipotesi di superiorità razziale, e lo fa mostrando in modo semplice e diretto
come siano i fattori geografici ed ecologici a decidere la fortuna o la
disgrazia delle popolazioni, e non supposte superiorità genetiche di nessun
fondamento scientifico.
(E a proposito di razzismo, di recente mi è
capitato di dichiarare che ormai nessun italiano sano di mente può essere razzista in
senso proprio, cioè convinto della superiorità di una razza rispetto a
un’altra, ma che c’erano ragioni economiche, tristi guerre tra poveri alla
radice di comportamenti frettolosamente bollati come razzisti… ma non molti,
tra i giornalisti presenti all’incontro, ne sembravano davvero convinti. Di questo riparleremo presto, è cronaca di tutti i giorni.)
Tornando ad “Armi, acciaio e malattie…”, una cosa tra le molte che mi aveva colpito
(perché per quanto evidente non ci avevo mai pensato) è l’influenza
dell’orientamento dei continenti sullo sviluppo delle società umane. L’Asia,
unico continente sviluppato in larghezza, trae grande vantaggio da questo,
consentendo migrazioni di popoli e idee lungo estese linee climatiche che si
mantengono favorevoli, mentre nei continenti sviluppati da Nord a Sud (Africa e
Americhe) ci sono vere e proprie barriere – i deserti o le foreste equatoriali
per esempio – impossibili da valicare per le popolazioni primitive. E lo scambio di merci e idee è
vitale per lo sviluppo delle culture. Altrettanto fondamentale è la presenza,
assolutamente fortuita in determinati habitat, di animali facilmente
addomesticabili… Ma Jared è talmente bravo e convincente nell’esporre le sue
argomentazioni che, già dopo i primi capitoli del suo saggio, ero costretto,
anche se controvoglia, ad ammettere che re e sacerdoti avessero un senso, se
non addirittura che fossero necessari per lo sviluppo delle nascenti civiltà
umane. Da non credere!
Ora, se un tipo così
lancia appelli apocalittici non c’è da scherzare. Le mutazioni-carogna del
clima sono ormai realtà e ci sono, parola di Jared, almeno una dozzina di micce
pronte per esplodere con effetti devastanti per la razza umana. È senz’altro
vero, ma a me piace pensare alla Terra più che al genere umano, alla casa più
che ai suoi dementi abitatori. Perché la Terra non corre nessun rischio. Cosa
siamo noi per lei? Un fastidioso eczema al massimo, e di eczema non si muore. È
bello pensare che senza il terzo scimpanzé la vita sul pianeta continuerà il
suo corso senza fastidiosi intoppi. Ci saranno piante meravigliose lievemente
radioattive e felici di sniffare metano e ammoniaca; batteri golosi di
idrocarburi e plastica che prepareranno il terreno per nuove specie animali,
che avranno a disposizione per le loro scorribande continenti nuovamente
incontaminati. E tutto in pochi milioni di anni, un niente per Madreterra.
Quando si dice che il
mondo rischia di scomparire in realtà si intende che l’Uomo rischia di
scomparire. Non voglio dire che questo sia niente, ma in fondo è poca cosa se
si pensa a tutti gli esseri viventi presenti sul pianeta (e io sono per i
diritti di tutti i viventi. A quando una Carta?). Certo, molte creature saranno
trascinate nel disastro causato dalla specie umana, soprattutto le più prossime
nella scala evolutiva, ma per molti pesci abissali, tanto per fare un esempio,
la vita continuerà a essere il solito, perfetto cocktail di gelo e oscurità.
Per non parlare della sterminata famiglia degli insetti. Quando non ci sarò più
io a lottarle contro con esche avvelenate e candeggina, la Blattella germanica,
espugnata casa mia, avrà finalmente a disposizione il mondo. Bon voyage…
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