venerdì 12 giugno 2015

Non si scherza con il fuoco

Jared Diamond dalle pagine della Stampa lancia un monito: “Ragazzi svegliatevi o il nostro mondo sparirà entro il 2050”, titolo dell’intervista rilasciata in occasione della riscrittura per i più giovani del suo libro “Il terzo scimpanzé”, dove il terzo scimpanzé siamo noi.

Di Diamond ho letto, giusto un anno fa, “Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, saggio che mi è piaciuto molto e che ho consigliato praticamente a chiunque mi transitasse vicino. Testo davvero apprezzabile sotto molti punti di vista. Intanto perché spazza via qualsiasi ipotesi di superiorità razziale, e lo fa mostrando in modo semplice e diretto come siano i fattori geografici ed ecologici a decidere la fortuna o la disgrazia delle popolazioni, e non supposte superiorità genetiche di nessun fondamento scientifico. 

(E a proposito di razzismo, di recente mi è capitato di dichiarare che ormai nessun italiano sano di mente può essere razzista in senso proprio, cioè convinto della superiorità di una razza rispetto a un’altra, ma che c’erano ragioni economiche, tristi guerre tra poveri alla radice di comportamenti frettolosamente bollati come razzisti… ma non molti, tra i giornalisti presenti all’incontro, ne sembravano davvero convinti. Di questo riparleremo presto, è cronaca di tutti i giorni.)


Tornando ad “Armi, acciaio e malattie…”, una cosa tra le molte che mi aveva colpito (perché per quanto evidente non ci avevo mai pensato) è l’influenza dell’orientamento dei continenti sullo sviluppo delle società umane. L’Asia, unico continente sviluppato in larghezza, trae grande vantaggio da questo, consentendo migrazioni di popoli e idee lungo estese linee climatiche che si mantengono favorevoli, mentre nei continenti sviluppati da Nord a Sud (Africa e Americhe) ci sono vere e proprie barriere – i deserti o le foreste equatoriali per esempio – impossibili da valicare per le popolazioni primitive. E lo scambio di merci e idee è vitale per lo sviluppo delle culture. Altrettanto fondamentale è la presenza, assolutamente fortuita in determinati habitat, di animali facilmente addomesticabili… Ma Jared è talmente bravo e convincente nell’esporre le sue argomentazioni che, già dopo i primi capitoli del suo saggio, ero costretto, anche se controvoglia, ad ammettere che re e sacerdoti avessero un senso, se non addirittura che fossero necessari per lo sviluppo delle nascenti civiltà umane. Da non credere!

Ora, se un tipo così lancia appelli apocalittici non c’è da scherzare. Le mutazioni-carogna del clima sono ormai realtà e ci sono, parola di Jared, almeno una dozzina di micce pronte per esplodere con effetti devastanti per la razza umana. È senz’altro vero, ma a me piace pensare alla Terra più che al genere umano, alla casa più che ai suoi dementi abitatori. Perché la Terra non corre nessun rischio. Cosa siamo noi per lei? Un fastidioso eczema al massimo, e di eczema non si muore. È bello pensare che senza il terzo scimpanzé la vita sul pianeta continuerà il suo corso senza fastidiosi intoppi. Ci saranno piante meravigliose lievemente radioattive e felici di sniffare metano e ammoniaca; batteri golosi di idrocarburi e plastica che prepareranno il terreno per nuove specie animali, che avranno a disposizione per le loro scorribande continenti nuovamente incontaminati. E tutto in pochi milioni di anni, un niente per Madreterra.

Quando si dice che il mondo rischia di scomparire in realtà si intende che l’Uomo rischia di scomparire. Non voglio dire che questo sia niente, ma in fondo è poca cosa se si pensa a tutti gli esseri viventi presenti sul pianeta (e io sono per i diritti di tutti i viventi. A quando una Carta?). Certo, molte creature saranno trascinate nel disastro causato dalla specie umana, soprattutto le più prossime nella scala evolutiva, ma per molti pesci abissali, tanto per fare un esempio, la vita continuerà a essere il solito, perfetto cocktail di gelo e oscurità. Per non parlare della sterminata famiglia degli insetti. Quando non ci sarò più io a lottarle contro con esche avvelenate e candeggina, la Blattella germanica, espugnata casa mia, avrà finalmente a disposizione il mondo. Bon voyage…

Ovviamente Jared Diamond fa benissimo ad allertare le nuove generazioni in vista del 2050, e mi auguro che sia preso sul serio e che chi ha il potere di farlo (sappiamo chi purtroppo) agisca di conseguenza. Perché non si scherza con il fuoco: lo sosteneva già tanti anni fa reverendo Jagger in uno dei suoi più toccanti sermoni.


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